A cura della Direzione Benchmarking e Relazioni Internazionali di ANPAL Servizi. Il documento si articola in tre parti: il lavoro nero e il caporalato - principali aspetti; la principale normativa di riferimento; alcuni dei principali provvedimenti regionali di contrasto al caporalato. L'espressione "lavoro nero" non fotografa un identico fenomeno in tutti gli Stati membri. Esistono infatti diverse forme di sfruttamento del lavoro in agricoltura, che vanno dall'evasione contributiva a fenomeni con un alto grado di pericolosità sociale, con particolare riguardo al caporalato in Italia. Quest'ultimo, rientrante ormai nel fenomeno delle "agromafie", costituisce una forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d'opera agricola al di fuori dei normali canali di collocamento, senza alcun rispetto dei minimi salariali, dei contributi, nonché delle disposizioni in termini di salute e sicurezza dei lavoratori. Con riferimento alla principale normativa nazionale di riferimento viene in primo luogo illustrata la Legge 29 ottobre 2016, n. 199 (Legge Martina), che ha per oggetto "Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo". Tale Legge riformula, aggiorna e inasprisce il dettato dell'art. 603-bis del Codice Penale che prevede sanzioni in presenza di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Infine sono proposti  alcuni dei principali provvedimenti regionali di contrasto al caporalato.