A cura della Direzione Studi e Ricerche di ANPAL Servizi - Applicazioni di Data Science/Ufficio di Statistica. Per la steseura del presente rapporto sono stati considerati i soli movimenti di assunzione e cessazione dei contratti di lavoro dipendente e parasubordinato delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro, escludendo tutti i rapporti di lavoro con durata inferiore a 7 giorni. La condizione occupazionale dei soggetti che hanno visto concludersi un rapporto di lavoro tra il 1° luglio 2016 e il 30 giugno 2021, vede il 60,2% di essi riattivarsi entro un arco temporale di 12 mesi. Il 17,0% della platea considerata rientra nel mercato del lavoro grazie un contratto a tempo indeterminato o in apprendistato. La quota di riattivati entro 12 mesi riguarda il 63,6% delle professioni "low skill", il 59,2% di quelle "medium skill" e il 57,1% delle "high skill". Il tasso di riattivazione, a livello territoriale, risulta superiore alla media nazionale (60,2%) in Puglia (66,4%), Basilicata (65,4%), nelle province autonome di Trento (64,3%) e Bolzano (64,2%), in Calabria e in Valle d’Aosta (63,8%). Al contrario, le Regioni in cui si registra il tasso più basso sono il Lazio (56,3%), la Campania (56,5%) ed il Piemonte (56,7%). Rispetto ai 6,6 milioni di individui ricollocati entro l'arco temporale di un anno, sono necessari 93 giorni per ritrovare un lavoro, con gli uomini che si reinseriscono prima delle donne. Inoltre, la riattivazione avviene prima quando i rapporti di lavoro interessano lavoratori con cittadinanza italiana (91,5 giorni), con un contratto di tipo permanente. Per quanto concerne le caratteristiche della riattivazione, solo un terzo dei 6,6 milioni di individui lo ha fatto con il medesimo datore di lavoro; nel 55% dei casi la riattivazione avviene con la stessa qualifica professionale e per oltre i due terzi (67,4%) con la stessa tipologia contrattuale.