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Posti vacanti e ipotesi di evoluzione del mercato del lavoro

Obiettivo dello studio è valutare l'andamento del mercato del lavoro europeo nel corso della crisi economica e finanziaria che ha colpito i Paesi membri, individuando (a seguito dei primi segnali di ripresa) i fabbisogni professionali più richiesti dalla domanda. Vengono utilizzati due indicatori (entrambi validi per le imprese con oltre dieci dipendenti): il primo relativo al rapporto tra le vacancies espresse dalle imprese e il totale dei posti vacanti e occupati, il secondo basato sulla relazione tra occupati e posti vacanti occupati da meno di tre mesi.
Tra le prime riflessioni vi è quella dell'andamento ciclico inerente le posizioni lavorative aperte che, con l'avvento della crisi, sono diminuite in tutti i principali Paesi membri (in particolare in Germania), per poi riprendere verso la fine del 2009 e l'inizio del 2010. Viene inoltre dimostrato che, nel corso dell'ultimo anno, per le imprese è risultato difficile coprire posizioni vacanti, nonostante la crescita della disoccupazione, segno dell'incapacità del mercato del lavoro di rispondere alle esigenze di matching espresse dal lato della domanda. Per quanto concerne l'Italia, l'andamento del ciclo economico è ben rappresentato proprio dal tasso di posti vacanti che, a seguito degli effetti prodotti dall'ultima recessione, risulta nuovamente diminuito. Parimenti, la crisi ha amplificato le debolezze strutturali del mercato del lavoro nazionale, specie per quanto riguarda le modalità di incrocio domanda/offerta.
In relazione agli specifici settori economici in Italia, si rileva una similitudine tra le vacancies espresse nell'industria e nei servizi; per quanto riguarda il comparto economico, un netto crollo riguarda le prestazioni dei professionisti e le attività tecniche.
Confrontando il valore tra posti vacanti e posizioni lavorative occupate nell'ultimo biennio, emerge un andamento negativo e costante di quest'ultime, a fronte di una lieve ripresa dei primi, a causa del processo di reintegro di molti lavoratori sospesi per crisi aziendali, in cassa integrazione.
Ritornando all'analisi europea relativa alla dinamicità del mercato del lavoro, lo studio evidenzia le buone performances di alcuni Paesi (Spagna, Francia e Germania), rispetto ad altri (tra cui Italia e Regno Unito) che presentano una diminuzione della domanda proprio a causa degli effetti prodotti dalla crisi sul tessuto economico nazionale. Nel nostro Paese meno vi sono meno nuovi occupati nella Pubblica Amministrazione (per via del blocco del turnover) e nel campo finanziario e amministrativo, mentre all'estero i maggiori posti di lavoro sono nella gestione dei servizi alle imprese e alla persona, assieme al comparto del turismo.
Sulle figure professionali maggiormente difficili da reperire, viene messo in risalto che oltre il 26% delle nuove assunzioni in Italia rientra in questa categoria, specie nell'industria in senso stretto e, in particolare, nelle piccole o micro imprese. Le principali cause risiedono nella preparazione e formazione professionale insufficiente e, in alcuni contesti, nella mancanza della giusta esperienza nel coprire la posizione lavorativa.

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Soggetto emanante: Italia Lavoro S.p.A.
Data: 24-01-2011
Tipologia: Studi e ricerche
Parole chiave: crisi aziendali   economia   mercato del lavoro   incrocio domanda-offerta   analisi dei fabbisogni formativi  

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