"Employment and Social Developments in Europe. Annual Review 2020". Prima dell'epidemia da COVID-19, l'Europa si trovava in economico-sociali favorevoli; il 2020 era iniziato con la prosecuzione degli andamenti positivi in tutti i settori. Nonostante la decelerazione della crescita economica rispetto al 2018, per tutto il 2019, l'UE ha registrato la più alta occupazione nella storia e la più bassa disoccupazione, con un elevato tenore di vita e consolidate finanze pubbliche. L'avvento dell'epidemia ha determinato pesanti ricadute sul mercato del lavoro. Mentre la maggior parte della popolazione è stata costretta a misure di confinamento sociale per settimane, la prosecuzione del lavoro in specifici settori (in particolare l'assistenza sanitaria e cura della persona, trasporti, agricoltura, servizi di ristorazione) ha esposto gli occupati a maggiori rischi di contagio e perdite di reddito. Quelli con uno status lavorativo non standard (tra cui i tirocinanti e gli atipici) sono stati più esposti al rischio di disoccupazione. I giovani, in particolare, hanno subito le maggiori conseguenze della crisi, per via dell'interruzione dei percorsi educativi e formativi (specie in assenza di modalità di apprendimento a distanza) e dalle difficoltà, nello scenario di riferimento, delle transizioni scuola-lavoro. Complessivamente, quindi, la previsione dell'andamento del mercato del lavoro nell'Unione europea per il 2020 è di un incremento medio della disoccupazione al 9%, pur evidenziando l'efficacia delle misure di contrasto adottate dai Paesi membri, soprattutto per quanto concerne gli schemi di orario di lavoro ridotto (sui quali l'introduzione del nuovo strumento di sostegno SURE può offrire un concreto supporto). La crisi ha poi amplificato le difficoltà tra i gruppi maggiormente vulnerabili, quali le famiglie monoparentali, i disabili, gli anziani, i migranti e tutte le minoranze in genere. Quasi un quarto (24%) della popolazione in età lavorativa dell'UE si è trovata al di sotto della soglia di povertà. Occorrono pertanto politiche strutturali mirate per contrastare e superare l'attuale scenario e gettare le basi per una società maggiormente inclusiva, resiliente e preparata alle transizioni verde e digitale; ciò grazie anche al contributo del dialogo sociale e della contrattazione collettiva, capace di favorire una maggiore equità nel mercato del lavoro.