Il rapporto analizza le caratteristiche e le dinamiche della quota di popolazione giovanile tra 15 e 29 anni residente in Lombardia che non studia o non partecipa più a un percorso di formazione, ma non è neppure impegnata in un'attività lavorativa. Obiettivo della ricerca è quello di suggerire politiche del lavoro più adatte a ridurre tale fenomeno.
In Lombardia il numero di Neet è abbastanza contenuto ed è tra i più bassi d'Italia: nel 2010 circa 223 mila giovani tra i 15 e i 29 anni (il 15,7% della popolazione della stessa età) sono esclusi dal circuito educativo, formativo e lavorativo e di questi 129 mila sono donne (58% del totale).Per quanto riguarda I giovani Neet di cittadinanza straniera residenti in Lombardia, essi rappresentano una componente significativa pari complessivamente a circa 78 mila unità (34,8% del totale), a fronte di 146 mila Neet italiani (65,2%).
Le politiche attive e passive messe in atto a livello regionale sono perlopiù rivolte a giovani disoccupati che si attivano iscrivendosi ai centri per l'impiego e a una parte di essi che è beneficiaria di ammortizzatori sociali. Recentemente gli incentivi regionali all'occupazione sono rivolti anche ai giovani con contratti atipici. Al fine di superare le criticità evidenziate bisognerebbe concentrare l'utilizzo di tutte le risorse, comprese quelle comunitarie, verso il sostegno delle politiche attive rivolte ai giovani Neet al fine di:
- accelerare la creazione dell'Anagrafe nazionale degli studenti;
- fornire supporto e consulenza alle Regioni e Province meridionali per lo sviluppo di una adeguata offerta formativa rivolta ai giovani dispersi;
-orientare le misure d'incentivazione dell'apprendistato per il diritto-dovere alla soluzione delle criticità che disincentivano l'impresa a utilizzare questo contratto.