La crisi determinata dell'epidemia da COVID-19 ha investito l’economia italiana in una fase caratterizzata da una prolungata debolezza del ciclo. Lo scorso anno, infatti, il prodotto interno lordo è cresciuto solo dello 0,3% e il suo livello è rimasto appena al di sotto di quello registrato nel 2011, prima dell'ultima recessione economica. Nel primo trimestre 2020, il blocco parziale delle attività produttive dal mese di marzo (quale misura di contenimento sociale), ha determinato effetti rilevanti, con una contrazione congiunturale del PIL del 5,3% e cadute ancora più marcate dei consumi privati (-6,6%) e degli investimenti (-8,1%). Le misure di sostegno all'economia predisposte dall'Esecutivo hanno tuttavia limitato le conseguenze in materia di crollo del reddito delle famiglie, sceso nel primo trimestre 2020 di 1,6 punti percentuali (parallelamente al marcato incremento del tasso di risparmio), a fronte del calo del PIL sopraevidenziato. Tuttavia gli indicatori dei climi di fiducia delle imprese hanno progressivamente mostrato segnali positivi, con miglioramenti più significativi nelle costruzioni e nel terziario e piuttosto parziali nella manifattura, dove si osserva tuttavia un marcato recupero circa le attese di produzione. Per quanto concerne l'andamento del mercato del lavoro, se nel corso del 2019 si è assistito all'esaurimento della lenta crescita dell'occupazione, nei primi mesi del 2020, si è registrato un forte calo dei principali indicatori di riferimento, con una contrazione di occupati in valori assoluti pari a 454 mila unità. L'effetto della crisi ha determinato un aumento dell’inattività e, proprio come conseguenza della maggior rinuncia alla ricerca di un lavoro, anche un calo del tasso di disoccupazione (al 6,6% nel mese di aprile). Le stime provvisorie relative a maggio indicano un rallentamento della discesa dell’occupazione, ma evidenziano comunque una diminuzione, rispetto al mese precedente, di 84 mila unità per un totale pari a 538 mila occupati in meno in tre mesi, soprattutto per la progressiva contrazione dei contratti a tempo determinato. Allo stesso tempo, con il rallentamento delle misure di contenimento sociale e la riapertura delle principali attività produttive, è emerso un recupero delle ore lavorare e della ricerca di lavoro, con un tasso di disoccupazione in crescita al 7,8%. Sulla base di dati provvisori della Rilevazione sulle forze di lavoro (RCFL), coloro che hanno dichiarato di essere in cassa integrazione guadagni, sono scesi da 3,5 milioni nel mese di aprile a quasi 2,5 milioni a maggio 2020.