Il Rapporto 2016-2017 fa emergere, nonostante le criticità rilevate, segnali di riassetto e di rilancio della formazione continua. Anche a causa della costante riduzione di risorse e della ridefinizione delle norme che impattano sull'operatività dei Fondi interprofessionali, il livello di fruizione della formazione da parte degli adulti in Italia è pari, nel 2016, all'8,3%. Si tratta di una media inferiore di 2,5 punti percentuali rispetto alla media europea (10,8%), sebbene in risalita rispetto all'anno precedente quando risultava al 7,3%. Positiva risulta però l'evoluzione degli investimenti in formazione nelle imprese italiane, con una percentuale di quelle che hanno svolto una o più attività di formazione passata dal 55,6% nel 2010 al 60,2% nel 2015, soprattutto nei settori dei servizi finanziari e assicurativi, nell'energia e nelle costruzioni. Crescente è inoltre l'adesione ai Fondi Paritetici Interprofessionali che, sebbene in misura minore rispetto al passato, registra uno stock, al netto del settore agricolo, di oltre 950 mila aziende, per oltre 10,6 milioni di beneficiari (soprattutto nella macro-area territoriale del Nord-Ovest). Per tutto il 2016 sono stati quindi approvati circa 30 mila piani formativi, con il coinvolgimento di quasi 70 mila imprse e la partecipazione di 1,5 milioni di lavoratori. Di questi, prevalgono coloro inquadrati con il contratto a tempo determinato su quello indeterminato, nella maggior parte dei casi con un basso titolo di studio (il 24,6% in possesso della sola licenza elementare). Da ultimo, il Rapporto dedica un capitolo all'illustrazione dello stato dell'arte dell'implementazione della Raccomandazione sul Quadro europeo delle qualifiche (EQF), ponendo attenzione alle caratteristiche della nuova Raccomandazione EQF 2017 e alla istituzione tecnica e normativa del quadro nazionale delle qualificazioni – QNQ in Italia.