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Mercato del lavoro e sviluppo salariale in Europa. Rapporto annuale 2019

"Labour Market and Wage Developments in Europe. Annual Review 2019". Nel 2018 e 2019 proseguono i miglioramenti circa l'andamento del mercato del lavoro. Nella prima metà del 2018, sono infatti riscontrati robusti incrementi occupazionali, grazie ai progressi della domanda interna. Il rallentamento dell'economia nella seconda metà dell'anno, ha un impatto poco significativo nella creazione di nuova occupazione, nonostante le previsioni di crescita meno favorevoli. Rispetto al 2017, sono circa 3,1 milioni i nuovi posti di lavoro creati, di cui 2,4 milioni nell'Eurozona, per un tasso di disoccupazione sceso al 6,8%. Per quanto concerne il 2019, le tensioni sul commercio internazionale e le relative conseguenze sulla produzione industriale, determinano un rallentamento della crescita occupazionale all'1%, consentendo comunque all'indicatore della disoccupazione di raggiungere il 6,3%, il più basso fin dal gennaio 2000. Come negli anni precedenti, la flessione dei senza lavoro risulta maggiore del previsto, grazie al buon andamento dell'economia, anche nei Paesi ad elevata disoccupazione, tra cui Grecia, Spagna e Portogallo. Di conseguenza il gap tra il valore massimo e quello minimo scende dal 22,3% del secondo trimestre del 2013, al 16,7% del quarto trimestre del 2018, fino al 15,2% nel secondo trimestre del 2019. Alla base della riduzione della disoccupazione strutturale vi è l'invecchiamento della popolazione attiva e la diminuzione della componente più giovane; molti Paesi membri poi, grazie alle riforme introdotte sia in materia di politiche attive del lavoro che di ammortizzatori sociali, offrono un contesto occupazionale più "fluido" assieme a meccanismi di incrocio domanda/offerta efficaci. Tuttavia resta elevata la sotto-utilizzazione del lavoro, con la media di ore lavorate ancora bassa e senza particolari differenze tra Paesi membri: il calo trimestrale osservato tra il 1995 e il 2018 è di 26 ore. Le retribuzioni crescono nel 2018 ad un ritmo maggiore rispetto all'anno precedente (2,7% contro il 2,1%); nel 2019 offrono un rateo analogo a quello della seconda metà del 2018. Per quanto concerne la spesa sociale in percentuale sul PIL, si riscontra un incremento dal 24% nel 2008 al 27,5% nel 2010, rimanendo su questo valore percentuale da allora. Da ultimo, le riforme fiscali hanno consentito di ridurre il tasso di rischio povertà anche se la sua intensità (ossia il divario tra il reddito mediano delle persone al di sotto della povertà e la soglia stessa) risulta aumentare in quasi la metà dei Paesi membri, indicando un peggioramento delle condizioni di vita dei più indigenti.

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Soggetto emanante: Commissione europea
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Tipologia: Rapporti annuali
Parole chiave: mercato del lavoro   retribuzioni   occupazione   statistica del lavoro   economia   inclusione sociale  

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