Il Rapporto si articola in sette capitoli: I modelli di collaborazione pubblico-privato in Europa; I rapporti di collaborazione pubblico-privato in Italia; Le agenzie private per il lavoro; I canali per la ricerca del lavoro fra pubblico e privato; I vantaggi di una maggiore integrazione fra le reti degli operatori pubblici e privati; Le evidenze; Le ipotesi operative di rafforzamento della collaborazione pubblico-privato nei servizi per il lavoro.
In Europa si possono individuare, con una certa approssimazione, tre modelli di collaborazione tra operatori pubblici e privati nella gestione delle politiche del lavoro e in particolare dei servizi per l'impiego: Cooperativo (Francia, Svezia, Italia); Complementare (Germania, Regno Unito, Danimarca); Competitivo (in outsourcing) (Olanda).
Nel nostro Paese la Legge Treu del 1997, ha aperto il mercato dei servizi al lavoro ai privati, affiancando ai servizi per il lavoro pubblici, una prima rete di agenzie di intermediazione private. La Legge Biagi del 2003, con il suo Decreto attuativo n. 276/03, ha poi proseguito in questo processo, liberalizzando il mercato dei servizi per il lavoro ai privati che hanno consolidato il proprio ruolo.
"In Europa la creazione di un sistema di servizi per il lavoro misto ha rappresentato la forza dei modelli di welfare to work sviluppati da gran parte degli Stati membri". In Italia questa sinergia non si è ancora sviluppata sufficientemente. "Il mercato dei servizi per il lavoro presenta nel nostro Paese ancora enormi margini di sviluppo e proprio la complementarietà tra pubblico e privato costituisce il fattore chiave di questo sviluppo".
In questo contesto gli Autori hanno il merito di aver affrontato il tema della cooperazione tra operatori pubblici e privati con grande attenzione, offendo spunti di riflessione concreti.
"La collaborazione tra pubblico e privato emerge non solo come una strategia possibile del governo del mercato del lavoro, ma anche come uno snodo imprescindibile per ripensare compiti, strategie e prerogative di ogni singolo attore".
L'Italia non ha realizzato una liberalizzazione indiscriminata dei canali di incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma un sistema misto di coesistenza ed integrazione attiva tra pubblico e privato.
Per costruire un governo attivo del mercato del lavoro è decisivo che tutti i soggetti presenti sul mercato del lavoro, operino in una logica di sistema. Ciò si è pienamente avverato solo in limitate zone del Paese. Il contributo alla riflessione su questi temi fornito dagli Autori è quindi ancora più importante.