Lo strumento "Garanzia per i Giovani", un pacchetto di misure per combattere la crescente disoccupazione giovanile e che rientra nell'iniziativa "Youth on the Move", mira ad assicurare un'offerta di lavoro, di istruzione, di tirocinio, entro quattro mesi dal termine di un ciclo di istruzione formale o dall'inizio dello stato di disoccupazione. Prevede una dotazione finanziaria complessiva di sei miliardi di euro nel periodo di programmazione 2014-2020 ed è rivolto a quelle regioni d'Europa il cui tasso di disoccupazione giovanile è superiore al 25%.
Per quanto riguarda l'Italia la dotazione è stimata in 540 milioni di euro ai quali si aggiungono gli stanziamenti regionali a valere sul Fondo sociale europeo. Obiettivo del presente documento è l'individuazione del target potenziamente beneficiario dell'iniziativa, assieme all'analisi delle cause circa l'elevata incidenza dei NEET e dei disoccupati in Italia, le criticità dei Servizi per l'impiego e le possibili politiche in favore di una maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro.
L'attuale scenario nazionale riporta un tasso di disoccupazione giovanile (fino a 24 anni di età), pari al 35,3%; si tratta di un valore elevato e superiore sia alla media europea (22,8%), che di quella dei principali Paesi membri (23,8% in Francia, 21% nel Regno Unito, 8,1% in Germania), con marcate differenze tra le Regioni del Centro-Nord e quelle del Mezzogiorno, queste ultime al 46,9%. In Italia, l'anomalia è data dall'elevata quota di inattivi, quasi due terzi dell'intera popolazione giovanile (71,3%), rispetto a valori più contenuti di altri Paesi membri dove l'integrazione dei giovani con il mercato del lavoro è più evidente. La bassa partecipazione della platea di riferimento al mercato del lavoro è quindi costituita dal ritardo nella transizione tra l'istruzione e il lavoro, ma anche dai divari occupazionali che si osservano tra le regioni del Centro-Nord e quelle del Mezzogiorno.
Con particolare riferimento alla platea dei NEET poi, il nostro Paese si colloca al primo posto in Europa, con 1,3 milioni di giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di aggiornamento professionale, il 55% dei quali residente nelle regioni del Sud, Campania fra tutte. Sul totale, il45,9% ha un basso livello di studio, il 51,4% possiede la licenza secondaria, mentre solo il 2,7% è laureato.
Si tratta quindi di un bacino potenzialmente vasto da attivare, caratterizzato da un insieme eterogeneo di giovani con livelli di esclusione sociale molto differenziati e che si trovano nelle più diverse condizioni professionali. Sono quindi costituiti da più tipologie con caratteristiche molto diverse rispetto al rapporto con il mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda il livello di occupabilità e la propensione occupazionale.
In un'ottica di realizzazione delle misure previste dallo "Youth Guarante" emerge quindi la scarsa efficacia dei servizi per il lavoro, sia pubblici che privati, che hanno intercettato solo il 31,6% dei NEET potenzialmente interessati alla ricollocazione professionale. La stessa frequentazione dei centri per l’impiego non sembra inoltre aver avuto una grande utilità al fine di trovare un’occupazione, anche per via di una ridotta spesa a favore dei servizi stessi, l'1,9% del totale degli stanziamenti per le politiche del lavoro, rispetto alla media europea del 10,9%. Ulteriore criticità riscontrata nella ricerca è infine quella del rapporto tra utenti in carico e addetti che in Italia si colloca lontano dagli standard europei e che, per quanto concerne la platea di destinatari prevista dallo Youth Guarantee, colloca il nostro Paese all'ultimo posto della classifica, con 168 NEET per operatore, rispetto ai soli 14 del Regno Unito, 18 della Francia e addirittura 6 della Germania.