Rapporto frutto del lavoro congiunto del Gruppo di lavoro tecnico e del Comitato d'Indirizzo dell’Accordo fra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ISTAT, INPS, INAIL e ANPAL. Al netto degli effetti prodotti sia nell'economia che nel mercato del lavoro dalla diffusione del coronavirus, il rapporto evidenzia una prosecuzione, specie nell'ultimo trimestre del 2019, del PIL e, in misura minore, dell'occupazione. Quest'ultima, a dicembre 2019, raggiunge in valori assoluti il suo massimo storico di 23,4 milioni di persone, assieme all'andamento positivo delle ore lavorate che, seppure in rallentamento nell'ultimo trimestre dell'anno, determinano una flessione della disoccupazione al 7,4%. Tuttavia, permane la tendenza a bassa intensità lavorativa: il numero di occupati è sì superiore al livello del 2008, ma la quantità di lavoro utilizzato è ancora inferiore. La dinamica degli ultimi anni denota una discesa delle ore lavorate, contestualmente alla flessione del tempo pieno, a fronte di una sostanziale tenuta dell'occupazione. Permane il divario con il resto dei principali Paesi dell'Unione europea, con un gap medio relativo al numero di occupati pari a 10,2 punti percentuali, ma si acuiscono anche le divergenze territoriali all'interno dell'Italia stessa, con i primi mesi del 2019 che evidenziano una distanza tra Mezzogiorno e resto del Paese di oltre 20 punti per quanto concerne il tasso di occupazione e quello di mancata partecipazione. Relativamente alle tipologie contrattuali, si osserva un incremento del part-time che, nel 2018 incide per il 18,6% sul totale delle attivazioni. Si segnala tuttavia come il ricorso al tempo parziale sia spesso involontario, specie nel Mezzogiorno e sopratutto per le donne. Relativamente alle cessazioni, il rapporto fa emergere una flessione della quota di licenziamenti sul totale delle cessazioni stesse, passata dal 42% del 2014 al 36% del 2018. La quota di lavoratori licenziati in presenza dei requisiti richiesti per accedere alla NASpI oscilla attorno al 60% per gli anni 2016-2018. Viene quindi dedicata una sezione all'istituto del tirocinio, che negli ultimi anni ha visto un incremento nel numero di esperienze avviate (con un incremento del 53,9% nell'ultimo quinquennio), una progressiva estensione della tipologia di soggetti e beneficiari coinvolti e, infine, l'ampliamento della platea di settori e imprese che ne hanno fatto ricorso.