In uno scenario internazionale caratterizzato dall'aggressione militare della Russia all'Ucraina, l'Unione europea non si è fatta trovare impreparata, forte dell'esperienza maturata nel corso della crisi finanziaria di quindici anni fa, prima, e della pandemia da COVID-19, poi. L'Europa è al fianco dell'Ucraina fin dal primo giorno, con armi, fondi, ospitalità per i rifugiati e con sanzioni senza precedenti nei confronti del Paese invasore: finora sono stati stanziati oltre 19 miliardi di euro di assistenza finanziaria. La Commissione intende collaborare con l'Ucraina per darle accesso al mercato unico senza soluzione di continuità. Per assicurare l'indipendenza energetica dalla Russia, l'Unione europea ha trovato un accordo sullo stoccaggio in comune, diversificando altresì le fonti di approvvigionamento (investendo soprattutto sull'idrogeno) ed assicurando sostegno verso i cittadini europei (specie le famiglie più vulnerabili) alle prese con l'incremento dei costi delle materie prime. Per proteggere le imprese è quindi prevista la modifica del quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato per consentire la concessione di garanzie statali preservando al contempo la parità di condizioni. La pandemia da COVID-19 ha poi determinato la recessione più profonda dalla Seconda guerra mondiale e la ripresa più rapida dal boom del dopoguerra, resa possibile dall'adozione di un piano comune: nell'ambito di NextGeneration EU sono stati finora erogati agli Stati membri 100 miliardi di euro che, assieme ad una nuova governance economica, consentono stabilità, crescita e riduzione del debito. Per quanto concerne il mercato del lavoro, occorre investire di più nella formazione e nello sviluppo delle competenze per consentire l'accelerazione del riconoscimento delle qualifiche in Europa. Ma anche (e parallelamente) un contesto imprenditoriale favorevole che consenta alle PMI di crescere nell'ambito della trasformazione industriale verde e digitale.