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Neet: i giovani che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano in Puglia

Il rapporto analizza le caratteristiche e le dinamiche della quota di popolazione giovanile tra 15 e 29 anni residente in Puglia che non studia o non partecipa più a un percorso di formazione, ma non è neppure impegnata in un'attività lavorativa. Obiettivo della ricerca è quello di suggerire politiche del lavoro più adatte a ridurre tale fenomeno.
In Puglia circa un giovane su quattro non studia e non lavora: nel corso del 2010 circa 214 mila giovani tra i 15 e i 29 anni risultano esclusii dal circuito educativo, formativo e lavorativo e di questi 111 mila sono donne (51,8% del totale).
Il tasso di Neet dei giovani pugliesi è decisamente superiore a quello della media italiana (22,1%), ma inferiore al resto del Mezzogiorno (30,9%), dato rilevante è che vi è una netta prevalenza delle donne (30,3% rispetto al 27,2% degli uomini), degli adulti fra 25-29 anni 37,3%) e delle persone inattive (19,2% rispetto al 9,5% dei disoccupati). Per quanto riguarda gli stranieri, i Neet stranieri residenti in Pugla sono in percentuale il 35% , dato piuttosto alto.
I giovani Neet in Puglia si caratterizzano per un'alta presenza di inattivi, come del resto si registra in tutto il resto del Mezzogiorno. Su 214 mila Neet, 144 mila sono inattivi (57,8%) e 71 mila disoccupati (42,2%). Ad influire è soprattutto più lo scoraggiamento, che la difficoltà di trovare un lavoro, ma sicuramente alcuni giovani sono coinvolti nel lavoro non regolare.
Sicuramente, la prima misura da adottare per ridurre il numero di Neet è,  il loro riconoscimento come target importante delle politiche per il lavoro dello Stato, delle Regioni, delle Province e di tutta la rete dei servizi pubblici e privati per l'impiego. Inoltre, una misura preventiva che può ridurre il rischio di divenire Neet è la promozione presso gli studenti di tipologie di occupazione compatibili con gli studi, dal lavoro occasionale al part-time. Oltre alle politiche di contrasto dell'abbandono scolastico, gli interventi dovranno essere finalizzati alla creazione di:
- Servizi per l'inserimento nel mercato del lavoro;
- Formazione professionale;
- Incentivi all'assunzione e allo start-up d'imprese;
- Integrazioni e sostegni al reddito per i disoccupati.
Un intervento specifico dovrebbe essere, inoltre, indirizzato agli inoccupati che, a causa della bassa domanda di giovani determinata dalla crisi, rischiano di rimanere a lungo esclusi dal mercato del lavoro.

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Soggetto emanante: Italia Lavoro
Data: 31-08-2011
Tipologia: Studi e ricerche
Parole chiave: giovani   politiche attive del lavoro   obbligo formativo   istruzione   mercato del lavoro  

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