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Rapporto annuale ISTAT 2019. La situazione del Paese

Il quadro macroeconomico e sociale è caratterizzato dal perdurare di incertezze relative all'andamento nel breve e medio periodo dell'economia, che possono costituire un rischio sul potenziale di crescita e sulla sostenibilità del sistema Paese. Nel 2018 l'andamento economico ha segnato un rallentamento rispetto all'anno precedente, con un aumento del divario rispetto all’area dell’euro che si era invece ridotto nei due anni precedenti. La decelerazione dell'economia è determinata, oltre che dal calo della domanda estera, dalla riduzione del potere di acquisto delle famiglie e dalla contestuale moderazione dei consumi. Nel primo trimestre del 2019, il PIL italiano ha registrato un aumento congiunturale pari allo 0,1%. Nonostante il calo generalizzato di fiducia delle imprese, gli investimenti fissi lordi hanno comunque costituito una tra le componenti più dinamiche della domanda interna, pur non colmando il gap con i principali partner europei. Per quanto concerne il mercato del lavoro, nel 2018 esso ha risentito parzialmente del rallentamento economico evidenziato, con l'occupazione che ha continuato a crescere, seppur a ritmi inferiori rispetto ai due anni precedenti. Dalle stime è emerso un aumento dell'indicatore di riferimento dello 0,9% (rispetto all'1,2% del 2017), inferiore a quanto osservato nei principali paesi della zona euro. Il profilo trimestrale ha mostrato una dinamica positiva nella prima metà dell’anno, seguita da una sostanziale battuta d’arresto nel terzo trimestre e da un calo nel quarto. Nella media dell’anno il numero complessivo di ore lavorate è risultato in aumento, proseguendo il graduale recupero dei livelli pre crisi. Tuttavia, dopo 19 trimestri di crescita ininterrotta, il numero di occupati ha registrato una contrazione congiunturale sia nel terzo sia nel quarto trimestre del 2018, da cui è derivato un rallentamento nella crescita tendenziale dell’occupazione complessiva. L’incremento annuale degli occupati ha continuato a riguardare i lavoratori dipendenti, ma esclusivamente per la componente a tempo determinato. Per la prima volta in quattro anni, è diminuita invece quella a carattere permanente, mentre è proseguita, seppure a ritmi meno sostenuti, la riduzione degli occupati indipendenti. Ha continuato ad aumentare il numero dei disoccupati over 50. È inoltre proseguita la diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro, a un ritmo più intenso rispetto all’anno precedente. A ciò ha corrisposto un calo del tasso di disoccupazione di 0,6 punti percentuali, con l'indicatore di riferimento al 10,6%, sempre al di sopra della media dell’area euro. La riduzione ha riguardato i disoccupati sia di lunga sia di breve durata, interessando soprattutto gli uomini e i giovani tra i 15 e i 34 anni, il cui tasso di disoccupazione è sceso al 19,8% dal 21,2% del 2017.

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Soggetto emanante: ISTAT
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Tipologia: Rapporti annuali
Parole chiave: analisi economica   crescita economica   mercato del lavoro   statistica del lavoro   occupazione   disoccupazione   giovani   tipologie contrattuali  

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